San Precario va in borsa

E’ una tranquilla mattina di sciopero generale a Milano… varie azioni si scatenano nella triste metropoli. Toccano varie tappe i seguaci del Santo… da omnia ai confederali, alle cooperative sociali a wind passando prima dal simbolo della crisi finanziaria, la borsa.

 

 

 

 

Prima di incrociare il Santo a me e’ toccato un terribile colloquio, una delle domande e’ stata se volevo essere pagata annualmente o mensilmente, era una di quelle richieste a priori, nessun lavoro mi e’ stato comunque offerto.In ogni caso almeno tengono ancora conto del fatto che le persone debbano essere pagate.

 

 

 

 

Tagliando per le vie del centro, mentre ci si avvicina a Piazza Affari si passa di fianco ad altri centri di potere come la Banca d’Italia. In realta’ ci sono poi bar patrizi che chiedono 1 euro per un bicchiere d’acqua con al lato un negozio che fa di Pinocchio che pedala il suo pezzo forte.

Ma ecco che si entra alla Borsa dove passa veloce Tronchetti parlando al cellulare…

Ecco le 95 tesi appese sulla facciata del palazzo 🙂

"Ma il piatto forte doveva ancora arrivare. Improvvisamente, cogliendo di sorpresa le forse dell’ordine impegnate a seguire le manifestazioni di questa giornata intensa ed emozionante, il Santo ha fatto il suo burrascoso ingresso alla borsa di Milano, in Piazza Affari, cuore simbolico del capitalismo contemporaneo, dove il livello di sfruttamento dell’essere umano sull’essere umano trova la sua illusoria misura. Per la prima volta nella storia dei conflitti sociali di questa stanca e immiserita metropoli, la Borsa è simbolicamente occupata. Uno striscione con 95 tesi sulla precarietà è stato magicamente calato dai piani alti; nel frattempo un centinaio di persone gridavano in piazza affari la loro voglia di non subire più passivamente le scelte scellerate di una finanza criminale che succhia risorse e precarizza le vite, e di un ceto politico che senza distinzioni di schieramenti si affanna a correre in soccorso di un capitalismo in crisi profonda. 

Non succedeva da quando, nel 1517, Martin Lutero affisse le sue 95 tesi sull’indulgenza, fomentando una serie di rivolte contro il dispotismo dell’epoca".

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