Con il consueto ritardo apro il blocchetto sul quale annotavo pensieri di donne che l’8 marzo hanno deciso di partecipare al gioco dell’oca inkazzata organizzato dalle maistat@zitt@ a milano
A: Come hai saputo di questa iniziativa?
B: Da noblogs.
A: Perchè hai scelto di venire qua e non andare alla manifestazione organizzata da Usciamo dal silenzio?
B: Non mi sento molto sulla linea dei sindacati, mi sembra strano trovarmi personaggi che sono andati al family day a una manifestazione per la 194.
A: Come hai saputo di questa iniziativa?
B: Da un’amica.
A: Perchè hai scelto di venire qua e non andare alla manifestazione organizzata da Usciamo dal silenzio?
B: Le manifestazioni organizzate dai sindacati o dai partiti sono poco creative e poi o ti allinei a loro o…
A: Da dove vieni?
B: Sono in trasferta da Bergamo, ma studio in Statale a Milano.
A: Ci sono dei gruppi femministi in Statale, li conosci?
B: Poco e comunque sono andate all’altro corteo.
A: Come hai saputo di questa iniziativa?
B: In rete.
A: Perchè hai scelto di venire qua e non andare alla manifestazione organizzata da Usciamo dal silenzio?
B: Questa mi sembrava più in sintonia con la realtà, è più giusto essere qua in Papiniano dopo i fatti dell’Esselunga.
Nel tran-tran quotidiano di un sabato pomeriggio, nel bel mezzo
dell’affollato mercato di viale Papiniano a Milano si è presentata
un’oca molto inkazzata per rendere pubblica/far sentire la sua voce/ la
sua ribellione//la sua protesta contro i continui attacchi alla sua
libertà e autodeterminazione da parte di chiesa/istituzioni/ politici/
mariti/ famiglie/forze dell’ordine.
L’oca incazzata voleva anche confrontarsi, riconoscersi e allearsi con le "sue simili". Si è allestito in piazza un grande gioco dell’oka inkazzata, un gioco
nel quale con ironia (ma fino a un certo punto…) si sono rappresentati
gli infiniti ostacoli che ogni donna incontra nei diversi momenti della
sua vita (dalla scuola al lavoro, dalla chiesa alla famiglia), le
violenze, i soprusi e le vessazioni che troppo spesso siamo costrette a
subire, le strategie di sopravvivenza quotidiana che ognuna mette in
campo per riuscire a tenere insieme tutti i pezzi, la potenza del
collegarsi alle altre.
Alcune caselle: