Mentre a Milano si parla in modo scontato del 15 ottobre (giornata di mobilitazione inernazionale contro l’austerity e le politiche neoliberiste), nel mondo, in altri paesi, non si trovano soluzioni alla crisi – non solo economica ma anche sociale, politica, culturale, di rappresentazione -, ma quantomeno si tenta di dire con più o meno successo che c’è qualcuno che non ci sta. In Italia non si fanno gli scontri come in Grecia, non si fanno gli indignados come in Spagna, non si sta davanti a Wall Street (in pochi, ma devo dire tenaci), non si scende in piazza in 400mila come a Tel Aviv etc, etc..
La via italiana alla mobilitazione contro la crisi che bastona sempre gli stessi e salva i grandi potentati economici e finanziari non c’è ancora, non si è trovata. Insomma, non è ancora venuta l’idea capace di scollare le persone dal proprio piccolo piccolo quotidiano. Quindi si sta al palo: il progetto più elaborato e a medio termine che un “giovane” fa in Italia riguarda tendenzialmente il suo trasferimento in un altro paese. “Vedrai che sarà un autunno caldo questo”, mi dicono a più voci. Vedremo, lo diciamo da anni. A me pare che gli italiani siano indignati (una parola che inizio ad odiare), ma non abbastanza da andare in piazza invece che al ristorante o a farsi fare un massaggio rilassante. Forse potremmo fare massaggi gratis in piazza…
L’immagine l’ho presa da qui, basta girare un po’ nel sito e si trovano i free download del materiale che hanno prodotto sti ammericani.