Stavo parlando con uno dei miei cugini. Gli chiedevo cos’ha fatto a Madrid, se è andato alla mobilitazione. “Ma che macello in Italia!” già. “Noi in Spagna siamo in crisi economica da un po’ come ben sai, noi andiamo a votare fra poco, non so a cosa servirà, ma almeno non siamo fermi”. Ecco, invece in Italia siamo al palo. Quello che mi fa più rabbia dopo il 15 ottobre è che dopo, oltre alla repressione, non succederà niente. Qua il dibattito si arena sulla violenza, tanto bella quando succede a Londra, tenace quando succede in Grecia, liberatoria quando succede in Egitto e così via, ma condannata senza se e senza ma se succede in Italia. Ma a me non interessa nemmeno esaltare gli scontri, io voglio avere la stessa dignità ed esistenza degli altri cittadini, questo mi interessa. Io sono lavoratrice precaria, io se perdo il mio precario lavoro non ho diritto a nessun ammortizzatore sociale anche se lavoro e pago le tasse. Io vivo nell’incertezza e sono molto nervosa. Poi leggo che Papa, il parlamentare finito in galera col voto del parlamento (ok, non stiamo a sprecare parole), continua a prendere l’indennità parlamentare. Leggo ogni tanto, e consiglio a tutti di farlo, il sito della Camera dove si può seguire il report della febbrile attività di quelle palle al piede che stanno sedute nei rami del parlamento. In tutto il 2011 non hanno fatto una sola legge (in generale ne hanno fatte pochissime, meno che in qualsiasi legislatura, ma è la qualità e non la quantità che conta!) che riguardasse la redistribuzione delle ricchezze, gli ammortizzatori sociali, aiuti econonomici ai cittadini, proposte di sostegno alla crisi, una qualsiasi forma di welfare, un qualsiasi investimento economico, un qualsiasi piano di sviluppo, un qualsiasi tipo di risparmio che preveda ad esempio il taglio dei costi della politica… niente. Si sono approvati una decina di decisioni europee (quindi non hanno nemmeno dovuto pensare), cinque o sei accordi con paesi tipo la Slovenia che non ho capito a cosa servano e poi l’importanza del confezionamento delle buste di insalata che si vendono al supermercato, il cambiamento dei nomi dei parchi (mica l’istituzione di parchi) e cagate del genere fino ad arrivare alle finanziarie che ci hanno riempito di ridicolo. Poi erano così stanchi che a settembre hanno solo approvato l’ennesimo cambiamento della suddetta legge finanziaria o di stabilità che dir si voglia. Sì, sono nervosa e poco creativa.
Non sono molto creativa
Stavo parlando con uno dei miei cugini. Gli chiedevo cos’ha fatto a Madrid, se è andato alla mobilitazione. “Ma che macello in Italia!” già. “Noi in Spagna siamo in crisi economica da un po’ come ben sai, noi andiamo a votare fra poco, non so a cosa servirà, ma almeno non siamo fermi”. Ecco, invece in Italia siamo al palo. Quello che mi fa più rabbia dopo il 15 ottobre è che dopo, oltre alla repressione, non succederà niente. Qua il dibattito si arena sulla violenza, tanto bella quando succede a Londra, tenace quando succede in Grecia, liberatoria quando succede in Egitto e così via, ma condannata senza se e senza ma se succede in Italia. Ma a me non interessa nemmeno esaltare gli scontri, io voglio avere la stessa dignità ed esistenza degli altri cittadini, questo mi interessa. Io sono lavoratrice precaria, io se perdo il mio precario lavoro non ho diritto a nessun ammortizzatore sociale anche se lavoro e pago le tasse. Io vivo nell’incertezza e sono molto nervosa. Poi leggo che Papa, il parlamentare finito in galera col voto del parlamento (ok, non stiamo a sprecare parole), continua a prendere l’indennità parlamentare. Leggo ogni tanto, e consiglio a tutti di farlo, il sito della Camera dove si può seguire il report della febbrile attività di quelle palle al piede che stanno sedute nei rami del parlamento. In tutto il 2011 non hanno fatto una sola legge (in generale ne hanno fatte pochissime, meno che in qualsiasi legislatura, ma è la qualità e non la quantità che conta!) che riguardasse la redistribuzione delle ricchezze, gli ammortizzatori sociali, aiuti econonomici ai cittadini, proposte di sostegno alla crisi, una qualsiasi forma di welfare, un qualsiasi investimento economico, un qualsiasi piano di sviluppo, un qualsiasi tipo di risparmio che preveda ad esempio il taglio dei costi della politica… niente. Si sono approvati una decina di decisioni europee (quindi non hanno nemmeno dovuto pensare), cinque o sei accordi con paesi tipo la Slovenia che non ho capito a cosa servano e poi l’importanza del confezionamento delle buste di insalata che si vendono al supermercato, il cambiamento dei nomi dei parchi (mica l’istituzione di parchi) e cagate del genere fino ad arrivare alle finanziarie che ci hanno riempito di ridicolo. Poi erano così stanchi che a settembre hanno solo approvato l’ennesimo cambiamento della suddetta legge finanziaria o di stabilità che dir si voglia. Sì, sono nervosa e poco creativa.