Il gioco del silenzio

Allora, facciamo un gioco. Viviamo in paese dove la libertà di stampa, di informare etc verrà sicuramente – per dirla in modo educato – limitata. Dibattiti a stecca, prime pagine di quotidiani in bianco, post-it orrendi che dovrebbero fare campagna, trasmissioni radio (non avendo la tv per scelta di censura mia, ascolto la radio perché altrimenti mi sento sola) allucinanti. Allora, io mi sveglio in ritardo, ascolto una trasmissione sulla legge bavaglio e mi becco uno che dice più o meno: “sì, bisogna mobilitarsi, però tenete presente che tutte le altre leggi che questo governo ha fatto, alla fine si sono rivelate non così nefaste come le premesse. Pensiamo ad esempio alle ronde: sembrava che dovessero riempire tutte le strade e invece così non è successo. Sarà la stessa cosa con la legge bavaglio, vedrete. Però va bene comunque mobilitarsi”. E questa è un’emittente della sinistra!? Dovrebbe convincere la popolazione al cloroformio a mobilitarsi e mi passa dei messaggi del genere?! Meglio comprarsi Libero, almeno provoca rabbia. Poi questi sono gli stessi che sui quotidiani di sinistra (vabè, facciamo finta) scrivono che l’Italia non deve diventare una nuova Argentina… cosa che già mi irrita all’istante. Ma quando l’Italia la smetterà di sentirsi superiore agli altri paesi sputando merda a caso?
Facciamo un gioco: di che paese si parla in quest’articolo?

Apparently, Internet freedom is guaranteed…

…and by the xxxxx government, no less ! Could the xxxxx government have changed its mind about the Internet? In a White Paper published by the xxxxx State Council Information Office, entitled ‘The Internet in xxxxx’, the Great Central Government does praise the Internet calling it ‘the crystallization of human wisdom’, ‘the greatest invention of the 20th century’ and ‘an important indicator of advanced productivity’.

However, what really caught our attention is the following: ‘xxxxx citizens fully enjoy freedom of speech on the Internet’. Funny how they forget to mention the freedom only applies to those whose Internet speech falls in line with the government’s way of thinking because what follows in the Paper is a list of reasons why xxxxx people can not get access to all of the wisdom. The list is so broad and vague, it could easily be applied to nearly any speech xxxxx find undesirable.

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La Selección

Ebbene, il mundial è iniziato e la mia Selección è già scesa in campo 😀
Non riesco a non pensare agli scorsi mondiali, anche se la Selección è stata eliminata malamente dai tedeschi… beh, in realtà forse è solo nostalgia di un momento, di un periodo, di pergola, di progetti. Non so. Quest’anno c’è l’Africa, com’è? waka waka!

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Mayday 2010…videoz :D

In attesa di scrivere qualcosa e riflettere su altro dopo il meritato riposo, tnx ciz per il video :*

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Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita!

"Ecco come sarà il sito dell’Expo. Acqua e verde. Per un tema
che racchiude tutti questi elementi: «Nutrire il pianeta, energia per la
vita»."

Ecco come inizia la settimana a Milano: una serie inenarrabile di cagate. La diretta della presentazione dell’Expo è in corso e fa venire l’orticaria: Milano è così democratica che gli stand dei paesi avranno un ordine egualitario. Si affacceranno tutti sulla World Avenue. Ci fanno pure un lago grande come San Siro! wow non vedevamo l’ora: i navigli saranno in secca perchè stanno già dirottando l’acqua verso la Fiera? Immagino di sì. E poi orti abbinati ad aree ristoro. Chissà anche questo cosa vuol dire: raccogli la carota e mangiala con noi comodamente seduto su una sedia design? Ma comunque è tutto così ecologico che oltre alle 5 aree bioclimatiche (mah) sono in progetto 320 appartamenti. Chissà se egualitariamente si affacceranno sulla World Avenue? 

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Argentina, 24 marzo 1976

Sono passati 34 anni dall’ultimo colpo di stato argentino. Il 24 marzo 1976 è una data simbolo di quello che ha dato il via alla più terribile dittatura della mia Argentina. Sono giorni che ci penso: la memoria è un ingrediente fondamentale per il mantenimento della democrazia, che pare essere finora il miglior governo possibile. Qui en Italia a un certo punto dicevamo che la memoria è un ingranaggio collettivo. Bene, gli argentini hanno risposto in massa all’appuntamento che porta il macigno della storia di un paese. Molte le iniziative, dal governo, ai sindacati, alla società civile, senza dimenticare i desaparecidos riportati in vita da chi è per strada. La presidenta ha iniziato le manifestazioni la mattina alle 10:45 alla Esma (Escuela Superior de Mecánica de la Armada) diventata simbolo delle torture da cui sono passate almeno 5000 persone. Adesso è la sede dell’Espacio para la Memoria, la Promoción y Defensa de los Derechos Humanos. Dal pomeriggio, dietro lo slogan "Por un bicentenario sin impunidad. Juicio y castigo ya" e uno striscione di 500 metri con su i visi di mille desaparecidos andranno verso Plaza de Mayo, apriranno le Abuelas de Plaza de Mayo e le Madres Línea Fundadora. Andranno avanti tutta la giornata con hijos, la Asociación Madres de Plaza de Mayo di Hebe de Bonafini e molte altre organizzazioni, ma non ho voglia di fare la lista della spesa. Vale  di più la testimonianza di chi ha la mia età in Argentina: gli hijos (Hijos por la Identidad y la Justicia contra el Olvido y el Silencio). I figli dei desaparecidos tendenzialmente non hanno ricordi di quello che gli è stato tolto. Il ricordo dei genitori o del momento in cui furono sequestrati è opaco o inesistente. Alcuni di loro decidono di andare in tribunale e testimoniare, ma non è una questione simbolica. Loro portano nella nostra quotidianità "democratica" il dramma dei desaparecidos e delle torture che ancora si estende nel tempo presente con la loro vita.

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Tel Aviv – Jaffa

Ognuno passa quelle mezzore che fuoriescono dalle mille cose da fare come vuole. 30 minuti che saltano fuori così, varchi spazio-temporali che arrivano a caso 🙂 Bene, io mi sono ritrovata a leggere un servizio su un noto settimanale femminile allegato il sabato a un quotidiano. In questo periodo Tel Aviv risuona spesso nelle mie orecchie. Così, a caso mi ritrovo serafica a bere un caffè al bar e una tipa con la quale ho lavorato anni fa, mi chiede consigli sul suo prossimo trasferimento a Tel Aviv. Un tipo che chiacchiera sul tram dice che Milano è gemellata con Tel Aviv. E adesso il reportage nel settimanale. Bene, tutti a parlare bene di quella città che mi ha ospitata per qualche tempo. Respiro e cerco di non ricordare me stessa la notte seduta sulla panchina in Dizengoff mentre guardo film muti proiettati da una vetrina. Non è una cosa così deprimente come potrebbe sembrare, giuro! Il fatto è che quando vivi a Tel Aviv, ma anche quando ci passi non puoi fare a meno di pensare, secondo me, che a pochi km c’è il delirio e non mi dilungo, c’è la guerra. Ci vuole un gran pelo sullo stomaco a vivere come se il conflitto israelo-palestinese non esistesse. Continue reading

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Un mela al giorno…

E’ davvero incredibile, sono giorni che si chiacchiera a Milano sulla questione del superamento del livello delle polveri sottili (il livello del dibattito è bassissimo: ieri si facevano i conti sui mancati guadagni in città durante gli stop del traffico).
Dopo aver sentito il sindaco dire che l’aria ogni anno dal 1979 è migliorata, oggi l’amministrazione cittadina ci spiega che le malattie respiratorie non sono legate allo smog. Consiglia comunque di mangiare più frutta per stare meglio ?!
Mi aspetto di trovare cesti di frutta in ogni quartiere.
Ma poi, tutta la frutta farà bene allo stesso modo?
La mela ha dalla sua il detto popolare e quindi secondo me sì.
La pera per il doppio senso la promuovo e le arance le metto perchè sono italiane.
Ma l’ananas e la banana sono extracomunitarie?

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Il duomo di Milano

e non c’è bisogno di scrivere nulla… 🙂

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Buttiamoci nelle acque del Tigri

Per rinfrescarsi o giocare come i bambini turchi della scorsa estate, per dimenticare o per ricordare bei momenti e scoperte.
Comunque per allontanarsi da qua, dove l’insostenibile è sempre dietro l’angolo.

 

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Sbarbati

Sbarbatevi, fatevi coccolare da qualcuno/a, pare faccia bene alla salute 🙂
I turchi, anche se lì eravamo dai kurdi, sono invasati per la barba, il barbiere, le colonie esattamente come i loro vicini mediorientali. Un po’ di nostalgia di quei luoghi lontani dalla quotidianità precaria.

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