Il muro di Palestina

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Lastrone dopo lastrone va avanti.

“Avere a cuore la Palestina vuol dire battersi contro la piu' lunga occupazione militare e la peggior forma di apartheid oggi esistente al mondo. E' la prima volta che un'intera nazione e' imprigionata. Certo, ghetti ce ne sono stati, come ad esempio in Polonia e in tanti altri paesi, ma mai nella storia c'e' stata una situazione in cui tutta una popolazione e' stata ingabbiata in tanti piccoli ghetti. La vittima e' oppressa e nel contempo la si incolpa di essere oppressore (come accade per lo stupro di una donna, di cui la si incolpa per come era vestita…)”, Mustafa Barghuti a Milano l'altro giorno.

Nel 2002 e' iniziata la costruzione del muro che separa israeliani e palestinesi, ossia della piu' grande infrastruttura israeliana, la Knesset ha stimato che costera' a Israele 3,4 miliardi di dollari, ma la cifra e' sempre in divenire dato che il percorso viene spesso cambiato, proprio come negli ultimi giorni. Il tracciato e' cambiato per inglobare in Israele altre due colonie e trasformando al contempo due villaggi palestinesi in enclaves, del resto sono “solo” altri 20mila palestinesi che vengono circondati dal muro contro 1500 coloni israeliani. In totale sistima che saranno 395mila i palestinesi che resteranno intrappolati nelle cosiddette enclaves tra il muro e la Green Line quando tutte le sezioni della “barriera” saranno ultimate.

::: ministero della difesa israeliano :::

“La barriera di sicurezza e' stata costruita con il solo proposito di salvare le vite dei cittadini israeliani che continuano ad essere bersaglio della campagna terrorista iniziata nel 2000. Gli attacchi terroristici giustificano la costruzione di una barriera fisica sul cammino dei terroristi. Tra Israele e le aree dell'Autorita' Palestinese non esiste confine o ostacolo di carattere fisico e questo, fino ad ora, ha permesso ai terroristi di entarare in Israele. La barriera di sicurezza che esiste lungo la Striscia di Gaza ha dato prova della sua validita' contro tentativi di infiltrazione che sono stati scoperti e ostacolati”.

Mentre una parte del muro/barriera/filo elettrificato/minchiuz si estende lungo la Green Line basata sull'armistizio del 1949, l'85% del percorso corre all'interno del territorio della Cisgiordania. Israele spesso definisce temporanei i provvedimenti che prende nei confronti dei Palestinesi, il muro e' uno di questi, ma lo erano anche le colonie nel 1967 definite quarant'anni fa una “misura di sicurezza temporanea” che coinvolge ormai circa 400mila coloni. Un terzo dei passaggi di entrata-uscita lungo il muro sono aperti ai Palestinesi, che comunque devono chiedere il permesso di passaggio anche per accedere alle loro terre (ovviamente non quelle confiscate che sono perse)… 

 

::: Autorita' Palestinese :::

“I Palestinesi devono chiedere il permesso per accedere alla loro terra. Questi permessi non sono garantiti e, anche se lo sono, hanno una durata limitata nel tempo (di solito da due settimane a sei mesi) e molti non sono rispettati dai soldati di guardia ai gates. Ad esempio a Qalqiliya, 1200 agricoltori hanno richiesto il permesso e solo 300 ne sono stati concessi. In sostanza, l'esistenza del sistema dei permessi dimostra che la confisca di terre palestinesi ha assunto una forma legale”.

::: ministero degli esteri israeliano :::

“Tuttavia, se si considerano le difficolta' della routine quotidiana palestinese paragonandole alle reali e immediate minacce fronteggiate dai cittadini israeliani a causa degli attacchi suicidi, si puo' chiaramente sostenere che il diritto di movimento dei palestinesi non debba avere la precedenza sul diritto degli Israeliani di vivere o sul diritto del governo israeliano di proteggere i suoi cittadini dall'eventualita' di diventare vittime del terrorismo palestinese”.

La Corte internazionale di Giustizia ha stabilito tramite una advisory opinion che la barriera rappresenta una violazione della legge in materia di diritti umani internazionali e dovrebbe essere smantellata. Ha decretato che la costruzione sarebbe dovuta essere interrotta e che le parti gia' costruite sarebbero dovute essere smantellate, siamo nel luglio 2004 e, adesso, nel febbraio 2007 si annettono, come di consueto, altri territori palestinesi. Ci ha pensato Sharon a spostare di peso circa 8000 coloni da Gaza, ma poi il nulla cosmico. L'ONU sempre nel luglio 2004 ha adottato la risoluzione A/ES-10/15 che chiede a Israele di conformarsi alla legge internazionale identificata nella advisory opinion della Corte Internazionale di Giustizia. L'Assemblea ha inoltre chiesto alla Segreteria Generale dell'ONU di stabilire un registro dei danni causati alla popolazione palestinese dalla costruzione della barriera.

 

 

 

 

 

 

::: ministero della difesa israeliano :::

“Israele, cosi' come molte democrazie, ritiene che la Corte di Giustizia Internazionale non sia il giusto forum per discutere la risposta israeliana al terrorismo palestinese, ossia alla barriera antiterrorista. Inoltre, alla Corte e' stato chiesto di considerare le misure per prevenire il terrorismo e non il terrorismo stesso. E' assurdo che la vittima del terrorismo sia stata messa sotto giudizio”.

::: ministero degli esteri israeliano :::

“La decisione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di riferire davanti alla Corte Internazionale di Giustizia sulla barriera antiterrorismo e' deplorevole. La risoluzione dell'Assemblea Generale, originata da coloro che sostengono il terrorismo, e' stata adottata nell'ambito di una sessione speciale di emergenza. Ancora una volta i Palestinesi hanno sfruttato la loro maggioranza automatica all'Assemblea Generale per promuovere un'iniziativa che non e' solo diretta a sabotare gli sforzi per generare le condizioni che potranno rivitalizzare il processo di pace, ma che, allo stesso tempo, fara' male alle Nazioni Unite stesse e alla loro capacita' di portare a termine la loro missione nel cammino verso e nella preservazione della pace e della sicurezza”.

 

 

 

 

 

E qua mi fermo, le fonti non sono lincabili, alcune sono trascrizioni di dichiarazioni raccolte al momento in quegli speech molto all'americana in cui i ministri riferiscono al popolo, quindi ci possono essere delle mie imprecisioni, e' giusto dirlo 😉

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2 Responses to Il muro di Palestina

  1. Morti e feriti a decine, dopo giorni di scontri interpalestinesi
    fra miliziani di Hamas e di Fatah, fanno temere la guerra civile.
    Noi continuiamo a ritenerla improbabile,
    nonostante gli sforzi israeliani e statunitensi affiche sia guerra civile.
    Un governo di unità nazionale pare l’unica risorsa
    per risolvere le controversie in maniera pacifica e democratica.
    E dopo questo,
    una decisa riforma degli apparati di sicurezza palestinesi,
    che devono appartenere alla nazione,
    e non andare a rimpinguare le milizie di l’una o l’altra fazione.
    Unità nazionale per ribadire a Israele la necessità di avere uno stato indipendente.
    (Proprio per questo sino ad oggi, in prossimità di ogni accordo fra Haniyeh e ABu Mazen,
    casualmente si verificavano operazioni militari israeliane
    atte a vanificare ogni passo in avanti fatto)
    Parlare di nuove elezioni,
    senza il consenso di tutti i partiti in gioco,
    non è altro che presupporre un colpo di stato.
    Come è chiaro che l’appoggio ad Abu Mazen e l’embargo sugli aiuti umanitari posto in essere dalla comunità internazionale nei confronti della Palestina, dopo la vittoria elettorale di Hamas, sono una strategia che riduce la popolazione alla fame e incentiva gli scontri interni,
    per il massimo godimento della foia voyeuristica del governo di tel aviv.
    Molti in questi giorni si chiedono,
    e anche in questo Blog mi provocano,
    ” i palestinesi si stanno scannando fra di loro come bestie…colpa sempre di israele??”
    ebbene qui vorrei ribadire come Israele spinge la Palestina verso la guerra civile.
    Ciò è facilmente dimostrabile prendendo spunto dall’ultimo grave episodio di guerriglia interna palestinese a Gaza
    quando miliziani di hamas hanno attaccato quelli di fatah impossessandosi di un loro un carico di armi proveniente dall’Egitto.
    Ora in una Palestina
    dove l’80 percento della popolazione è sotto la soglia di povertà,
    e gli ospedali sono stracolmi di pazienti senza possibilità di cure,
    Israele non permette il sopraggiungere di medicinali,
    ne di fondi per pagare gli stipendi agli statali,
    ma bensì favorisce e foraggia l’approvvigionamento di armi per le milizie sotto il controllo di Abu Mazen.
    Questo è criminale e insieme stupido.
    Perchè l’emoraggia di una possibile guerra civile palestinese
    avrà logiche ripercussioni di odio e violenza sui vicini israeliani ora divertiti a guardare.
    Vittorio alias guerrilla radio.

  2. alieno says:

    Alle volte basta mettere i fatti uno dietro l’altro per ottenere una visione delle cose.

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