In realta’ la giornata e’ iniziata la sera del 5 in giro a cercare di capire come realmente sarebbero andate le cose. Chiaramente ha diluviato e quindi la gita nei campeggi e’ stata fangosa. Nella testa mi dico sempre che alla fine e’ meglio rimanere a dormire al mediacenter, anche se, essendo una scuola, mi fa venire alle volte brutti presagi.
Il campo di Rostock era un acquitrino. Ci dormono in tanti e anche gli altri due campi (Wichmannsdorf e Reddelich) sono pieni. Alla fine fra sorrisi serrati, frasette a meta’, aspetta che mi allontano un po’ e dico a lui che poi dira’ a te, che poi chissa’. Vabbeh, nulla era chiaro. Il gruppo Noialtr* ha deciso di unirsi all’azione del campo Reddelich per una serie di motivi fra cui un paio di persone conosciute nelle quali si riponeva (a ragione) gran fiducia e poi perche’ fra gli abitanti del campo, e quindi dei blocchi che sarebbero partiti da li’, c’erano anche gruppi internazionali interessanti. Sveglia alle 6:30 per essere la’ presto, prima del meeting point alle 8. Ai piedi del sacco a pelo ci siamo trovati un biglietto che ci diceva nuovamente appuntamento e orario, chissa’ chi l’ha mollato. Comunque si parte e si arriva senza essere fermati. Azzardo un caffe’ orribile con cibanza che alla fine non mi soddisfa nella immancabile Backerei vicino al campeggio di Reddelich. Mi torna il sonno e mi sento sfasata rispetto agli altri, che non sono agitati dato che e’ tutto tranquillo, ma che non hanno il mio stato comatoso…ma l’adrenalina non la produco io?!
Arrivano le persone conosciute che ci portano news sui piani della giornata: esce dal campeggio il blocco g8 e silenzio sui gruppetti sorpresa. Torno verso la strada, la Polizei si fa vedere: da un lato una macchina e dall’altro una camionetta con qualche passaggio di macchine della Polizei sulla strada che rallentano in prossimita’ dell’ingresso del campo. Ne passa una proprio mentre faccio la piccola vedetta e un tipo tutto nero si versa una bottiglia d’acqua in testa e manda i bacini alla Polizei. Vicinino a lui, seduti fra le macchine e sotto una tettoia, gruppetti di altri neri sorridono sarcasticamente verso le divise verdi che passano. Torno dal gruppo Noialtr* (che poi siamo noi) e vado a fare la vedetta dentro al campo e ne approfitto per prendere un altro caffe’ di merda, che il sonno non mi abbandona e la fame arriva, ma non al punto da farmi prendere pane e salame alle 8:30 del mattino.
Si parte 🙂 Ci infiliamo nella fiumana di gente che esce dal campo Reddelich e ci immergiamo subito nella campagna circostante. La direzione e’ la barriera della zona rossa.
Inizia cosi’ il pellegrinaggio nella campagna tedesca. Si corre a tratti e poi ci si ricompatta: ringrazio piu’ volte mentalmente la mia prof. di tedesco del liceo che ci faceva studiare il glossario a memoria e che incredibilmente mi e’ rimasto vagamente stampato in testa, beh, capire quello che urlano mi fa piacere! Fa un caldo pazzesco e sono supercoperta, ma non so dove mettere le duemila maglie che ho addosso e quindi soffro in silenzio. Ci immergiamo nei campi di piselli, altri dicono di fagiolini – non mi sono minimamente posta domande botaniche -, ma che comunque sono davvero alti. Bene, alla brutta mi spiaccico li’ sotto e chi mi vede piu’!
Dai campi entriamo poi nel bosco, che mi piace ancora di piu’ dato che e’ all’ombra, ma soprattutto perche’ gli elicotteri non ci vedono. Finisce la festa e ritorniamo a nuotare nei campi. Vabe’, mi sentivo una mondina… In tutto questo capisco quello che non mi era molto chiaro la sera prima e cioe’ la strategia dell’azione: essere un gruppone che poi si divide in cinque dita che corrono verso la zona rossa in modo da rendere piu’ difficile l’accerchiamento della Polizei. Mi infilo nel dito verde (che sarebbe dovuto essere l’anulare) e quindi seguo la bandiera verde, poi ci sono quello rosa, giallo, azzurro e arancione. Ogni dito ha una diversa strategia: c’e’ chi, arrivato alla zona rossa, si sarebbe dovuto sedere, chi si sarebbe alzato e seduto muovendosi… insomma, ci si poteva infilare in quello che piu’ si sentiva affine.
Nel frattempo, fra l’altro mente salivamo su una collinetta, sempre con la vegetazione ad altezza vita, riusciamo a vedere le colonne di camionette sulle strade che circondano i campi. Bene, almeno adesso si vede dove si e’ piazzata la Polizei, che sentire solo le sirene mi disturba. Arrivata in cima alla collinetta, dove c’e’ un casottino credo per il birdwatching, si capisce ancor meglio che sono molte le camionette e che noi siamo in mezzo al nulla.
Scatta il momento in cui si separano effettivamente le dita e ci infiliamo nel dito azzurro (quello che doveva essere mobile come atteggiamento). Ancora fatica per attraversare altri campi e arriviamo alla strada dove ci sono la Polizei e la barriera della zona rossa. Non ci posso credere che ci siamo arrivati e che ci siamo accanto. La Polizei l’abbiamo a destra e a sinistra. Davanti c’e’ un altro boschetto e dietro i campi da dove veniamo. Ma la cosa piu’ interessante e’ che accanto alla strada passano dei binari e che ci sono tanti sassi sui binari, quindi se ci attaccano non sara’ cosi’ semplice circondarci. La strategia della cinque dita verso la barriera non si verifica perche’ alla fine ci ritroviamo tutti assieme con la Polizei ai lati. Nessuno fa nulla, nessuno sembra aver voglia di cominciare. Si susseguono scenette con le povere mucche che si ritrovano a un certo punto fra Polizei e manifestanti e poi il momento da film: atterraggio di otto elicotteri nel campo dai quali scendono altri poliziotti. Poi sgambettano altri poliziotti ancora a cavallo. Ma nessuno fa nulla. La Polizei cerca di provocare passando a piedi accanto ai manifestanti che a questo punto si sono seduti. Il gruppo Noialtr* rimane sempre sui binari o molto vicino a loro (beh, non si sa mai che puo’ succedere e stare pronti e’ la cosa migliore). I momenti di tensione vengono disinnescati dai clown che inseguono i poliziotti facendo le loro scenette. Fa caldo, ho sete, si percepisce che la situazione sarebbe potuta rimanere cosi’ a lungo e cosi’ e’ effettivamente successo. Arrivano losche figure della Polizei che vengono a trattare coi manifestanti. A questo punto la scena pietosa: un manifestante da’ un papavero all’addetto trattativa della Polizei e lui se lo tiene in mano per un bel po’ facendosi inquadrare dalle telecamere della stampa mainstreem cosi’ da presentarsi come il buono della situazione. Il risultato della trattativa e’ che i manifestanti rimangono li’ dove sono, sono ancora li’ adesso (e’ mezzanotte passata). Il gruppo Noialtr* decide di andare ad esplorare altri lidi, vedere che succede altrove dato che le notizie che arrivano via messaggi al telefono dicono di scontri in altre zone e parlano di un alto numero di arresti. L’idea di tornare a farsi i 10 km nella natura viene bocciata, del resto siamo urbani e optiamo per la strada. Quindi si deve passare al fianco della Polizei. Si fa e basta. C’e’ una quantita’ di camionette incolonnate pazzesca, mai viste cosi’ tante. Passate loro a debita distanza eccoci di nuovo nel nulla cosmico… finalmente arriviamo alla minima urbanizzazione e, dopo esserci rifocillati, ci buttiamo di nuovo nel cammino per raggiungere la macchina che abbiamo mollato all’alba vicino al meeting point. Fatica, caldo, Polizei che passa (ma quanta ne deve arrivare ancora?), mezzi con su gli idranti posteggiati e pronti a muoversi (come effettivamente sarebbe successo) e noi a camminare e camminare. Si ferma una signora e ci offre un passaggio. Molto simpatica e un po’ eccentrica: al volante ha messo una copertura di pelo colorato, lei guida a piedi scalzi mentre si fuma un sigarillo toscano 🙂
Dopo un bel po’ arriviamo al mediacenter e non riusciamo ad andare da nessun’altra parte. Vedremo che fare domani, intanto adesso ci sono ancora persone li’ alla barriera della zona rossa di Bad Doberan dove c’era anche il gruppo Noialtr*. Le notizie sulle azioni di domani non sono lineari, ognuno riporta quello che ha sentito o che gli hanno raccontato. Vedremo come passera’ la notte.
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