Saramago…

Caino – José Saramago:

"Dio non potrebbe mai essere cattivo oppure non sarebbe dio, di cattivo abbiamo il diavolo, Ma neanche può essere buono un dio che dà ordine a un padre di uccidere a bruciare sul rogo il proprio figlio solo per mettere alla prova la sua fede, questo non ordinerebbe di farlo neppure il più maligno dei demoni, Non ti riconosco, non sei lo stesso uomo che ha dormito in passato in questo letto, disse lilith, Neanche tu saresti la stessa donna se avessi visto quello che ho visto io, i bambini di sodoma carbonizati dal fuoco del cielo, Cos’era questa sodoma, domandò lilith. La città dove gli uomini preferivano gli uomini alle donne, E per questo sono morti, Tutti, non è sfuggita neanche un’anima, non ci sono stati sopravvissuti, Anche le donne che quegli uomini disprezzavano, domandò ancora lilith, Sì, Come al solito, per le donne, da una parte ci piove, dall’altra ci fa vento".

E l’ultimo libro che ho comprato una decina di giorni fa, chi andava a pensare che gli scrittori non sono eterni. Alla fine sono solo persone che ci tengono compagnia o che ci danno alibi di astrazione. Grazie José. Quando ho fra le mani un libro di Saramago mi viene sempre in mente il mio prof. di storia e istituzioni del latino america che con quelle sue maglie dai colori impresentabili tipo verde pistacchio, baffetto e sigaro (spento in aula), ci ha consigliato di leggere La Caverna, l’inizio di una storia d’amore fra le righe.

I Quaderni non li ho comprati, perchè mi sbirciavo il blog da cui poi sono tratti nell’idea che tanto il potoghese lo capisco… ovviamente hanno fatto tanto rumore per nulla, a me non è mai parso che ci fossero scritte cose tanto peligrose. Sarmago scrive semplicemente quello che vede. Tanto quanto in Caino dice che dio non esiste o che, al limite, è cattivo peggio del diavolo, tanto nei Quaderni, parla della realtà, della censura, e così via.

"Già altre volte mi sono chiesto verso dove si dirigesse la sinistra, e oggi ho la risposta: lì da qualche parte, umiliata, a contare i miseri voti raccolti e a cercare le cause della loro esiguità. Quella che è arrivata ad essere, in passato, una della più grandi speranze dell’umanità, capace di mobilitare le volontà facendo semplicemente appello a quello che di migliore caratterizzava l’essere umano, e che col passare del tempo è riuscita a creare i cambiamenti sociali e i proprio errori, le sue stesse perversioni interne, ogni giorno più lontana dalle promesse originarie, assomigliando sempre di più agli avversari e ai nemici, come se fosse l’unica maniera per farsi accettare, ha finito per ridursi in pantomima di se stessa, in cui concetti di altre epoche sono stati utilizzati per giustificare azioni che questi stessi concetti combattevano. Scivolando progressivamente verso il centro, azione proclamata dai suoi promotori come la dimostrazione di una genialità tattica e di una modernità inappagabile, la sinistra sembra non aver capito che si stava avvicinando alla destra".

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E come ultima cosa, come non essere stata d’accordo col vecchio José quando ha scritto: "É appena arrivata la notizia delle dimissioni di Walter Veltroni. Benvengano, il suo Partito Democratico è nato come la caricatura di un partito ed è finito, senza una parola né un progetto, come un convitato di pietra nella scena politica. Le speranze che in lui avevamo deposto sono state defraudate dalla sua inconsistenza ideologica e dalla sua fragilità caratteriale. Veltroni è il responsabile, certamente non unico, ma nella congiuntura attuale, maggiore, dell’indebolimento di una sinistra di cui si era presentato come salvatore. Pace all’anima sua".

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