Play the ground

Espanz mi ha preceduta nel racconto della giornata di sabato, del resto io sono qua a presidiare l’ufficio e a sorreggere i vari licenziati. Ieri nero su bianco e’ stato scritto che saro’ la segretaria-addetta stampa-aggiornatrice di parte del sito- centralinista (donna delle pulizie forse anche) di una societa’ che da meta’ aprile diventera’ virtuale. Ma torniamo ai bulbi e ai semini di quel di via Torricelli, cosi’ se qualcuno ci passa puo’ anche annaffiare 🙂

La cosa che mi colpisce di piu’ degli abitanti di Milano, veraci o trapiantati che siano, e’ che chiamano "parco" delle superfici di verde davvero irrisorie. Questo e’ evidentemente un problema: chi vive da queste parti non e’ abituato a vedere il verde. Ce ne e’ cosi’ tanto la mancanza, che un’aiuola fa gia’ verde pubblico. E poi ci stupiamo di fior di architetti che progettano palazzi sopra a giardinetti dicendo che il verde del futuro e’ verticale. Insomma, dei bei vasi a cascata dal decimo piano fino a terra sono verde pubblico. 

Comunque, anche se resto davvero molto affascinata dalla distruzione dell’asfalto a favore dell’erbetta, sono molto orgogliosa del lavoro di sabato 🙂 Riappropriarsi di fazzoletti di terra fa bene alla salute. Per ora ci sono solo fiorellini, se si esclude il peperoncino. Bisogna osservare bene come picchia il sole e decidere che verdurazze piantare. Lo fa pure Obama alla Casa bianca (il nostro Nano ha fatto il vulcano nella dimora sarda… do you remember?), si accettano suggerimenti e semi e piantine. Gli attrezzi sono nella vicina Cox, cosi’ se qualcuno si vuole autogestire, puo’ senza menate 🙂

Abbiamo fatto zappare un prof dell’universita’, varie dottorande (tanto mica credono nell’assegno di ricerca!), una studentessa thailandese, altre disperate alla riscossa, una lavoratrice virtuale e ovviamente una minore che gia’ subito va sfruttata!

tnx to: espanz, irina, moo, adam, otted, citto, selma, neva, zoe, pietro.