Che palle sto centrosinistra

Il giorno in cui non si vuole fare nulla. Ci vuole, ci sta, ok. Ho un sacco di giornali da leggere: cosa si propina ai lettori. Lo sguardo viene colpito dalla grafica, dai colori e poi dai contenuti, che, nella mente di chi non ha intenzione di lavarsi nemmeno la faccia, sembra tutto un calderone. Ma è quando si abbassano le difese, che i messaggi giungono più facilmente dentro la testa. Le pagine si sfogliano più velocemente della capacità di assimilare le storie narrate e alla fine viene fuori un mix di 200 pagine che forma una storia a sè. La rivista che ho letto mi comunica questo:

Viva il CENTROsinistra
democrazia occidentale, diritti, riclico di lusso.

Se nel caseggiato nasce un bambino, una “buona notizia” per definizione, al massimo qualche inquilino del palazzo, quasi sempre una donna, chiederà come stia la madre e quanto pesi il neonato. Ma se qualcuno muore, la curiosità si scatena. Di che cosa è morto, come, quanto, quanti anni aveva, in casa o in ospedale, aveva figli, era sposato, di dov’era, era ricco? Possiamo consolarci pensando che se non fossimo una specie curiosa e inquieta, se non portassimo in noi l’insopprimibile voglia di sapere, di guardare, di ficcare il naso fuori dalla nostra caverna, probabilmente mangeremmo ancora carne cruda con le mani nude, sperando di non essere mangiati da quelli che vorremmo mangiare. Al vecchio partito comunista cinese, aggrappato alla retorica di Mao e ai metodi di Lenin, mancano le parole nuove con cui parlare a generazioni nuove. Ci si aspetterebbe un “doppiaggio politico” coerente. Il potere recita invece con un playback non sincronizzato. Frasi auliche, metafore incomprensibili, slogan storicizzati, parole d’ordine invecchiate con il Novecento. Il Paese produce innovazione e si appresta ad esplorare lo spazio, ma parla di “lotta di classe” e di “rivoluzione proletaria”. Ero ventenne, e membro del partito comunista italiano. Partì per l’America nel 1979. Un quarto di secolo dopo, la cosa è venuta a galla parlando con l’avvocatessa di San Francisco che seguiva la mia domanda per la Green Card. Infine è arrivato il giorno del grande esame. Mi chiedevo se sarebbe mai affiorata la “questone”. Ci siamo arrivati. Congratulazioni, lei è un Permanent Resident. Se sarà ancora qui e se lo vorrà, tra cinque anni saremmo felici di fare di lei un cittadino degli Stati Uniti. Perchè quel funzionario, vedete, era cinese. Cioè, cinese-americano, s’intende: per essere dipendente dell’Amministrazione federale degli Stati Uniti ovviamente lui la cittadinanza l’aveva già. La prima volta che Patsy Kensit mi insegnò qualcosa, erano gli anni Ottanta. Certo, le donne oggi hanno più spazi, sono rappresentate meglio nel lavoro, in politica, ma nel profondo non è poi cambiato molto in 30 anni. C’è ancora una buona dose di misoginia nella mentalità della gente. Puoi mentire con le parole, ma con il corpo no. “Non è la benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo per il nostro desinare – scrive Smith nella Ricchezza delle nazioni – Noi non parliamo loro delle nostre necessità ma della loro convenienza”. Ma le api, più che dedite al vizio, sono un incredibile motore della natura. E forse non è un caso che proprio le api siano vittime negli ultimi tre decenni di una strage originata dalla diffusione di pesticidi utilizzati per aumentare la produttività dell’agricoltura. Shopping bag realizzata con tende da doccia riciclate, Carmina Campus (280 euro).

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