Dove la giustizia non arriva, arriva la morte. E’ morto Emilio Eduardo Massera, Capo di Stato Maggiore della Marina militare argentina.
Non cambiano mai e le loro parole lo dimostrano, ma i poteri sono così forti e radicati che, se non ci pensa la morte, i peggiori strateghi dell’orrore non verranno mai puniti. Del resto l’impunità è un valore nella nostra società democratica. Massera, quando si dovette presentare a giudizio, pronunciò anche queste parole che testimoniano quanto non gliene importasse nulla delle accuse e quanto si sentisse al di sopra di qualsiasi istituzione: “de que cuando la crónica se vaya desvaneciendo porque la historia se vaya haciendo más nítida, mis hijos y mis nietos pronunciarán con orgullo el apellido que les he dejado”. Probabilmente i suoi discendenti si faranno chiamare con orgoglio Massera.
Faceva parte della prima fra le giunte che governarono il paese dal 1976 al 1982 (i compagni di avventura erano Videla, Galtieri, Agosti). Lo si ricorda bene per il processo di Riorganizzazione Nazionale. E’ il responsabile della sparizione e della morte di migliaia di militanti argentini. Ha diretto la Esma (Escuela de Mécanica de la Armada), sicuramente uno dei più grandi centri di detenzione degli oppositori al regime che adesso è un museo. E’ stato membro della nostrana P2 e qua si potrebbe aprire un lungo capitolo.
Finalmente nel 1985 viene condannato all’ergastolo per violazione dei diritti umani, assassinio, tortura e privazione illegale della libertà. Il Presidente Menem fa la famosa amnistia del 1990 e torna libero. Nel 1998 viene di nuovo accusato per furto di neonati. E’ morto senza condanne, ma con molte accuse: crimini contro l’umanità, fucilazioni illegali, sparizioni, assassinii, torture, detenzioni illegali in campi di concentramento e sterminio, sequestri di minorenni, lanci di prigionieri vivi nell’oceano.
non mi tentare, sai che ho una sola risposta possibile 😉
Cazzo fantastico. Quoto ogni virgola 🙂
E’ un bel momento. Andiamo al Verdi?????