A tunisian girl

Ci stavo pensando, ma alla fine è ormai un mese che la protesta tunisina va avanti. Tutto ha avuto inizio il 17 dicembre quando un giovane venditore ambulante si era dato fuoco per contestare il sequestro della sua merce. Oggi siamo al coprifuoco. Seguito al discorso alla nazione del presidente Ben Ali che ha promesso 300mila nuovi posti di lavoro (lasciamo stare l’analogia con altri capi di stato). Intanto la comunità internazionale osserva con preoccupazione l’evolversi della protesta, che grande presa di posizione. Al massimo si alza lo spettro dello sdegno per un colpo di stato militare. Mamma mia, si alza il livello di preoccupazione da parte degli stati democratici. E poi si commenta la decisione di cambiare il ministro dell’Interno tunisino.
Intanto la gente scende in strada rabbiosa a causa della disoccupazione, della corruzione e della repressione governativa (strano, sono rivendicazioni davvero singolari di questi tempi). Non sono in possesso di dati aggiornati sulla situazione della precarietà, del disagio e della disoccupazione in Tunisia. So che è un paese dove il 55% della popolazione è sotto i 25 anni. Che è un paese dove la disoccupazione giovanile è tripla rispetto a quella generale che nel 2008 era del 14%. Immagino che la condizione femminile sia peggiore di quella maschile. Ho letto che è un paese dove i laureati dopo 3 anni e mezzo dalla fine del percorso formativo, non hanno ancora trovato uno straccio di lavoro. Mi sento anche un po’ tunisina. Una vera tunisian girl è lei invece:

a tunisian girl

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2 Responses to A tunisian girl

  1. blanca says:

    bella sintesi esp! E per fortuna oggi non mi sono svegliata catastrofista, perchè qua il sentimento più vivo è la rabbia. Comunque hai ragione, nella prime 20-25 pagine pagine dei “maggiori e autorevoli” quotidiani italiani si parla, se va bene, di 5 notizie e basta. Siamo all’estrema periferia dell’impero decaduto che pensa solo alle sue piccole cosucce condendole con tette, labbroni etc etc…

  2. espanz says:

    Si’ oltre al fatto che la copertura dell’evolversi della situazione da parte dei media italiani e’ stata imbarazzante.
    Io ormai lo comunico ufficialmente
    fanculo repubblica e corriere.
    Al-jazeera ha una pagina inglese dove non hanno abdicato a fare informazione, raccontano cio’ che succede in tutto il mondo con una professionalita’ che ci fa sbiancare e non c’e’ nemmeno una tetta in giro.
    Diocane.
    Il parallelo con cio’ che succede in Italia e’ clamoroso:
    a dicembre l’italia e’ a ferro e fuoco, studenti e precari dimostrano per le strade il loro dissenso la loro preoccupazione per un futuro inesistente eppure il governo non cade, la gelmini viene varata ed uno stronzo di scrittore in autosegregazione si permette di predicare da un pulpito inesistente.
    E questa sarebbe la democrazia? A me sembra l’ombra sbiadita di un occidente, dove i giochi sono ormai fuori dalla portata di mano, di chiunque.

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