Palestinian spring

The arab spring has reached Palestine. Leggo, rileggo, ci spero a prescindere da quello che la “arab spring” ha portato nel Maghreb. Scontri a Gaza, nelle alture del Golan, in Cisgiordania e in Libano. Il bilancio del giorno della rabbia è questo. Siamo al 63esimo anniversario della Nackba, l’esplulsione dei palestinesi per fondare lo stato d’Israele. Non c’è stata una piazza Tahrir, ma pare che anche i palestinesi stiano capitalizzando le rivolte dei paesi arabi. Sullo sfondo, ma mica troppo, la notizia che Israele ha sbloccato (ma sarà vero?) dei fondi palestinesi derivanti dalle loro entrate fiscali che Israele aveva bloccato –  la motivazione era che questi erano fondi statali palestinesi e quindi una parte di questi li avrebbe usati Hamas che è un’organizzazione terroristica – per un valore di $ 86m. Fra le altre cose, questa cifra corrisponde a circa un terzo dell’intero budget della Palestina.Continuando a leggere con la nostalgia dei report di Vik, Napolitano annuncia che in Italia ci sarà una sede dell’ambasciata palestinese. Forse il vento può cambiare davvero e non solo in Palestina…

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