Il vento spira, il vento spazza via, il vento fa impazzire, il vento pulisce… Non so come mai, ma mi sono fatta distrarre dalle proprietà del vento. Milano è notoriamente una città dove il vento non esiste: abbiamo la cappa mortale proprio perché di vento non ce n’è. Quando quindi soffia il vento, c’è grande stupore. Ma cos’è il vento? Wikipedia spiega che il vento è l’esito di moti convettivi (verticali) ed advettivi (orizzontali) di masse d’aria in atmosfera. E’ un fenomeno naturale che consiste nel movimento ordinato, quasi orizzontale, di masse d’aria da zone ad alta pressione (anticicloniche) a zone di bassa pressione (cicloniche). Ci sono diversi tipi di venti:
– i venti costanti che soffiano tutto l’anno sempre nella stessa direzione e nello stesso senso (la classe politica italiana);
– i venti periodici che invertono periodicamente il loro senso (l’opposizione);
– i venti locali che soffiano irregolarmente quando si vengono a creare zone cicloniche e anticicloniche spesso legati alla nomenclatura locale (gli apparentamenti elettorali: qua sto da solo e ti odio, là ti sostengo e ti amo, altrove faccio finta di non esistere e mi infilo in una lista civica).
Un’altra importante classificazione dei venti provenienti dal largo (foranei), relativa alle condizioni locali di ciascun luogo al quale ci si voglia riferire (singole città o regioni, o macro-aree ancora più estese), è la seguente:
– venti regnanti che presentano un’alta frequenza di apparizione (lui, quello che inizia per “b” e non va alla festa dell’unità);
– venti dominanti che sono caratterizzati da alte velocità (l’opposizione all’interno dell’opposizione ogni volta che ha un successo elettorale – già cosa rara in sè).
Oltre al vento pensavo anche a un numero, il 48, ma non è quello dei matti?